La sorprendevo, verso sera, a guardare nel vuoto e talvolta a scrutare vecchie fotografie che accarezzava con mano incerta; perlopiù vi erano ritratte persone ormai scomparse i cui nomi tornava a rammemorare con dolorosa necessità, immalinconendosi dei ricordi che con prepotenza si affacciavano su quei volti appartenuti a un tempo finito che ora poteva solo rievocare. Rispettosa della sacralità del momento, mi limitavo a spiarla inibendo ogni moto d'affetto che pure premeva, mera compassione per una donna che amavo ed ammiravo...Il medico parlò di un quadro di demenza e non so perché mi parve un insulto.
Morì di vecchiaia nei giorni in cui la sua mente aveva già trovato requie in una dimensione altra, portando via con sé, negli occhi quasi ciechi e vacui, l'ombra di un antico dolore.
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